Ordine Equestre del  Santo Sepolcro di Gerusalemme

 

LUOGOTENENZA PER L'ITALIA MERIDIONALE TIRRENICA


 TERRA SANTA Riflessioni sul Pellegrinaggio in Terra Santa dei Cavalieri del Santo Sepolcro della Luogotenenza per l'Italia Meridionale 8-14 luglio 2009 , di Giuseppe Chicone e Felice Cajazzo

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RIFLESSIONI SUL PELLEGRINAGGIO IN TERRA SANTA

DEI CAVALIERI DEL SANTO SEPOLCRO

 

Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme

Luogotenenza per l'Italia Meridionale

8 - 14 Luglio 2009

 

di Giuseppe Chicone e Felice Cajazzo

 

 

  

Visita al Santo Sepolcro di Gerusalemme.

Al centro S.E. Luogotenente Cav. Gran Croce Giovanni Napolitano,

alla destra in 1° fila Comm. Giuseppe Chicone e alla 3° fila Comm. Felice Cajazzo.

 

 

Memorabile quella settimana dall'otto al quattordici luglio 2009 per i Cavalieri del Santo Sepolcro delle Delegazioni di Salerno, Nocera-Sarno e Cava-Amalfi, svoltasi sotto la guida organizzativa e la consolidata esperienza peregrinationis del Padre Anacleto Bracco OFM e completata dalla qualificatissima conoscenza storico-biblica della Terra Santa di Don Lirio, ordinario presso l'Università di Messina.

Il pellegrinaggio è stato un'esperienza eccezionale per il legame particolare che unisce l'Ordine del Santo Sepolcro alle vicende della vita storica del Redentore.

Dopo l'arrivo a Tel Aviv, la prima tappa è stata il Monte Carmelo, il luogo dove Elia, affranto ritrova la sua vocazione profetica. Lì, infatti, il Signore gli parla nascondendosi "nel mormorio di un vento leggero", che ci ha data subito il senso mistico del nostro andare. A Nazareth la riflessione trascende dalla vicenda storica di Gesù, alla storia della vicenda sublime del rapporto dell'uomo con il suo Dio, fino alla Trasfigurazione del Tabor, dove l'uomo viene elevato alla dignità di testimone dell'unità perfetta del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

Una vera e propria catechesi dell'andare, è stata la traversata del lago Tiberiade, con tanti suggestivi ricordi di passi evangelici che citano quei luoghi a sfondo di eventi sovraumani impressi da Gesù a Cafarnao, alla casa di Pietro, alla Sinagoga, al monte delle Beatitudini.

Un'esultanza profonda, ad un tempo intima ed espressiva, ha tutti coinvolti all'apparire di Gerusalemme dopo la lunga traversata della valle del Giordano.

"La mia lingua si attacchi al mio palato se mi dimentico di te, Gerusalemme". Dimenticarsi di Gerusalemme è dimenticarsi della propria identità umana, come se si perdesse la radice dell'essere e il senso dell'esistenza, perché essa è una città paradigmatica della storia umana, non a caso elevata a simbolo della duplice natura, terrena e celeste del nostro consistere. In questa città si esalta in noi il sentimento dell'altrove, ti accorgi che veramente l'uomo vive là dove abita la sua anima e non dove si trova il suo corpo. Qui tutto si sublima, nel senso che "passa il limite" e devi fare i conti con altro, devi fare i conti con l'Altro.

La Via Crucis, iniziata dal Litostroto fino alla Basilica del Santo Sepolcro è stata una emozione unica di fede, una purificazione cadenzata dall'avvicendarsi dei pellegrini nel portare la Croce lungo tutto il percorso della Via Dolorosa: non è stato solo un simbolo di unità alla passione di Cristo, ma un vero e proprio memoriale celebrato con commossi accenti mistici, nel pomeriggio con l'ingresso solenne dei Cavalieri in uniforme, al canto del Te Deum, nella Basilica del Santo Sepolcro.

In quel momento è risaltato il senso vero dell'Ordine, come guardia d'onore, istituita e giustificata unicamente dall'immedesimazione nel patire di Cristo nel lento snodarsi della storia, che intristisce se si ostina, come accade ancora oggi, a fare a meno di Lui.

Una vocazione, quella del Cavaliere del Santo Sepolcro, espressa anche dal saluto e dagli incoraggiamenti del Vescovo delegato del Patriarca Latino di Gerusalemme che ci ha accolto con fraternità delicata offrendo l'insegna della "conchiglia del pellegrino" ai Cavalieri e Dame che per la prima volta hanno visitato la Terra Santa.

Più tardi S.E. Mons. Pizzaballa, OFM Custode di Terra Santa, ha illustrato con una carrellata storica la situazione difficile in cui vivono i cristiani di Terra Santa tentati dall'idea di emigrare per il senso di soffocamento che quegli intolleranti tra ebrei, musulmani e cristiani ortodossi, quotidianamente creano in una città che dovrebbe stare sul monte per la sua chiamata alla pace, mentre più spesso appare un segno di contraddizione.

La tristezza e la voglia di piangere su questa città prende anche noi alla vista della muraglia di cemento, delle case piantonate su cui sventola la bandiera israeliana ad indicare un nuovo insediamento, dei controlli snervanti per l'ingresso nelle città palestinesi come Betlemme. Nulla di buono da questi auspici: l'ostentazione della forza militare lascia intravedere il predominio della paura, la diffidenza per l'altro che rende infelice un intero paese. Quanti secoli ci vorranno ancora perché il messaggio d'amore di un Dio in croce inondi il cuore degli uomini e li liberi dalle meschinità che ci fanno arrossire!

Sotto la luce della stella di Betlemme è impossibile non sentirsi uno di quegli "uomini di buona volontà" chiamati dagli angeli in quella Santa notte.

Questo pellegrinaggio, fortemente voluto dal Luogotenente per l'Italia Meridionale S.E. Cav. Gran Croce Giovanni Napolitano, ci ha fatto prendere coscienza che la luce di Betlemme deve essere una fonte di fede, di speranza e di carità, implorata con preghiera perseverante ai piedi del Sepolcro vuoto.

 

 

 

 


Fonte: si ringraziano gli Autori Comm. Dott. Giuseppe Chicone (Coordinatore della Delegazione Nocera-Sarno) e il Comm. Prof. Felice Cajazzo che hanno cortesemente inviato le loro riflessioni del Pellegrinaggio in Terra Santa 2009 alla Redazione del Portale OESSG - Luogotenenza per l'Italia Meridionale Tirrenica.

 

 

 

 

 


 

 

 

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